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La calvizie femminile è ancora oggi un taboo. Quasi nessuno ne parla e, soprattutto, chi ne soffre porta con sé un malessere psicologico molto forte. Sì, perché se di uomini calvi se ne vedono diversi, di donne calve un po’ meno. Chi ha a che fare con questo problema, quindi, spesso si sente sia sola che isolata. Eppure, è bene sottolinearlo, il problema dell’alopecia androgenetica nelle donne esiste e non lo si dovrebbe nascondere. In questo modo, infatti, si potrebbe aiutare chiunque debba fare i conti con questa situazione potrebbe avere un aiuto utile per capire come affrontarla.

Degli studi effettuati in varie parti del mondo e da varie equipe di esperti hanno messo in luce il fatto che l’evenienza di perdere i propri capelli spaventa moltissimo le donne. Di qualsiasi età esse siano sono terrorizzate dalla possibilità di rimanere calve, dalla possibilità di perdere più o meno repentinamente la chioma che le ha sempre caratterizzate. In molte vivono non solo un malessere fisico, ma anche psicologico che viene rafforzato anche dal fatto che in tante società questa condizione non viene affatto accettata.

Ecco, quindi, che è importante capire perché i capelli cadono e cosa si può fare per bloccare il tutto e tornare a una condizione di normalità, riacquistando fiducia in se stesse.

Cause della calvizie femminile

Nella maggior parte dei casi, le donne sono affette da alopecia androgenetica. Sì, perché questa non risparmia né le donne né gli uomini ed è importante capire in che modo è possibile comportarsi per cercare di correre ai ripari. L’alopecia androgenetica, come si sa, è la cosiddetta calvizie, termine utilizzato talvolta impropriamente ma che identifica nello specifico questa condizione.

In forme più o meno gravi, 1 donna su 4 ha problemi con i capelli. Si tratta di un numero molto importante se si pensa a tutto quello che ciò comporta e a quelle che sono le implicazioni prima fisiche e poi psicologiche. In Italia si parla di circa 4.000.000 di donne con questo tipo di problema.

Le cause dell’alopecia femminile sono imputabili al Diidrotestosterone (maggiormente) e alla Prostaglandina PGD2. Questo enzima spegne i follicoli piliferi e, quindi, ne spegne anche le funzionalità. Naturalmente queste sono solo le cause principali, alle quali se ne aggiungono molte altre che però non sono ancora del tutto chiare.

Di certo i cambiamenti ormonali, molto frequenti nelle donne nel periodo della gravidanza o della menopausa, aiutano la caduta dei capelli che, tuttavia, possono indebolirsi anche a causa di trattamenti troppo aggressivi. Sono tanti i fattori da prendere in considerazione.

Bisogna, quindi, monitorare la situazione e capire che è indispensabile rivolgersi a un medico specializzato per riuscire a trovare la migliore soluzione. Alcune volte nelle donne può essere utile un trapianto di capelli, grazie anche alle nuove tecniche che permettono di non avere punti di sutura e cicatrici visibili e di tornare alle attività di sempre nel giro di pochissimi giorni. Per via del pattern di diradamento dobbiamo valutare attentamente quando una donna può sottoporsi ad una chirurgia. Molto più frequentemente rispetto all’uomo, un processo androgenetico femminile attacca anche la zona donatrice vanificando un eventuale trapianto di capelli.

Solo grazie ad una visita specialistica sarà possibile trovare una soluzione valida a un problema molto sentito da tantissime donne, che potranno tornare a essere felici come prima.